Il castello
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Dal libro " Storia, arte e castelli del cuneese di Anita Piovano - Ed Gribaudo.


Da Perlo, superato un breve tratto di strada, che si snoda con tornanti in mezzo al verde della vegetazione, torniamo a Nucetto, luogo un tempo di grande importanza strategica. Poco distante da Ceva, che era capoluogo dell'omonimo masrchesato, ne costituiva una sorta di avamposto nella valle del Tanaro, via di naturale comunicazione con la Liguria ed inoltre dalle alte torri del suo castello avvistava i movimenti nella zona di collegamento con la valle Mongia.
. La vicinanza geografica e l'importanza del luogo spingeranno i Ceva ad attrarre nella loro cerchia i signori locali proprietari del " Castrum Noxeti ": così è denominato il paese in un documento dcl 1142. Saranno Guglielmo ed Ottone di Nucetto a giurare fedeltà, ncl 1262, a Giorgio I di Ceva. Nel 1295 però i signori di Nucetto si ribellarono al Nano di Ceva e passarono sotto la giurisdizione di Asti. Rilevanti danni al castello furono arrecati, nel 1414, dalle truppe di Amedeo VIII di Savoia che, occupatolo lo saccheggiò ed incendiò.
Ritornato in possesso dei Nucetto di Ceva, questi lo restaurarono, lo ingrandirono e lo potenziarono facendone una solida roccaforte. Giovanni di Ceva lo donerà nel 1535 a Beatrice di Portogallo, duchessa di Savoia.
Si susseguirono poi parecchi proprietari: Agostino Berrò, il capitano Alessandro Rovelli, Paolo Pallavicino ed in ultimo fu adibito a caserma e a deposito militare. Sarà distrutto, nel 1802, dalle truppe napoleoniche per timore che potesse diventare un importante baluardo di difesa. Oggi restano solo più dei ruderi ma grandiosi ed imponenti che permettono di ricostruire, sia pure a grandi linee, l'importanza e le caratteristiche del castello. Le torri ed i muri sbrecciati si vedono a distanza e ci ricordano che qui la storia da tempo ha voltato pagina.