Il territorio
Per ritornare
alla pag. principale
cliccare sulla croce
in alto a destra

Dalla "Relazione sulla provincia di Mondovì" dell' Intendente Lazzaro Corvesy del 1753 riportiamo questa interessante descrizione del terrirorio ( dal CD-rom "Mondovì e la sua provincia" a cura del Centro Culturale Mombasiglio)

Abbenchè non s’abbia alcun monumento, meno alcuna certa notizia, del tempo, in cui abbia principiato a popularsi il luogo di Garescio, per altro secondo le antiche tradizioni trovavasi già abitato l’anno 500 dopo l’Incarnazione di Gesù Cristo, volendosi che le prime case fossero cinque in sei di rustica struttura, fra quali si dice vi fosse quella del Comune.

Neppure vi è notizia se di quel tempo gli abitanti fossero pagani, eretici od ortodossi; vi è però la tradizione che la prima parrochia era la cappella che ora chiamasi S. Costanzo situata in mezzo alle vigne, la di cui regione ha preso la denominazione di S. Costanzo, situata essa cappella in una somità d’un cole per essere a maggior portata degli abitanti delle contrade del Borgaretto, e del piano.

Verso i confini d’Ormea, e sovra una rocca molto eminente, la di cui falda è bagnata dal Tanaro, vi resta fabbricata una torre in rotondo, volendo alcuni siano stati gli autori li Saraceni, altri poi di più sana mente che siano stati li Gotti.


Ma siccome questo luogo ha patito da nemici diversi sacchegii ed incendii in tempo di guerra con essere state abbrucciate le scritture di comunità e quelle della parrochia, e particolarmente nel secolo 1500 ha questo luogo molto sofferto dall’ostilità de’ nemici, perciò non si può precisamente accertare la sua antichità, e il come siasi popolato. Vuole però la tradizione siasi popolato da fameglie quivi venute ad abitare da diversi luoghi della riviera di Genova a causa del gran commercio e traffico ivi introdottosi, per cui il luogo era proprio, tanto con li Genovesi a causa del mare poco da ivi distante, quanto con li Piemontesi, qual commercio ha fatto in quel tempo tanto progresso, onde n’è derivata maggior popolazione, e lo stabilimento di sei quartieri.

Il commercio consisteva in tutta sorta di mercanzie stoffe di lana, droghe, olio, agrumi, salumi, risi, grani, ed ogni altro genere di mercanzie, e vetovaglie venienti non tanto dalla riviera di Genova, che dal Piemonte, e tutto s’esitava, massime col beneficio di tre mercati la settimana, che cadono il Lunedì, Mercoledì e Venerdì, e due fiere, in cadun anno dette di S. Matteo e S. Martino.

Detto commercio ha principiato a molto diminuire circa il fine del secolo 1600 per due motivi.

P.mo Per le gabelle di Dogana, e tratta a cui i Genovesi non erano accostumati.

2do perché avendo i Genovesi appresa più perfettamente la navigazione, si provedano altrove di quei generi, che altre volte si ricavavano dal Piemonte, come pure attesa la moltitudine delle richieste di ciò, che li Genovesi sogliono provveder il Piemonte, hanno li medesimi conosciuto non aver eglino di bisogno di condur fuori de’ suoi Stati alcun genere di mercanzia, perché ognuno si porta a far le accompre e contratti alle loro case e magazzeni, di modo che tutto il commercio si è trasportato ne’ luoghi maritimi delle riviere, anzi può dirsi non esservi più in questo luogo commercio, ed esser andati a vuoto li tre mercati in caduna settimana, tolto il caso, lo che Iddio non voglia, che il Piemonte scarseggi di granaglia, e ne abbisogni dalle riviere, come appunto è accaduto nell’anno 1752.

Molti si portano nella riviera di Genova e Principato d’Oneglia a raccoglier olivi e far lavori d’agricoltura, altri in Piemonte a segare i prati, battere e tagliare le messi. Molti attendono al negozio e trasporto d’oglio e pescagione dalla riviera di Genova in Piemonte.

Questo luogo è composto di sei quartieri, quali sono il Borgo maggiore, il Posolo, il Ponte, Murseco, Valsorda, e Cerisola fra loro alquanto distanti sendo in specie Cerisola distante dal Borgo maggiore miglia cinque circa, tramediante la montagna denominata S. Bernardo, e Murseco distante miglia due, questi sei quartieri formano tutti Parrochia essendo li Parrochi e redditi loro come a carte.

Nel Borgo maggiore vi è la casa della comunità, il tribunale, il banco del sale, ed il ricevidore delle Regie Gabelle, sendo questa la prima posta o via tratta venendo dal Genovesato in Piemonte.

Trovasi questo luogo distante dal Mondovì capo di provincia miglia sedici, e da Torino miglia 50 situato frammezzo a’ monti, distante dal territorio genovese miglia sei, confinano con questo territorio quelli de’ seguenti luoghi, cioè a Levante Erli, Castelvecchio, e Bardinetto, spettando li due primi alla Repubblica di Genova, distanti dal suddetto Borgo maggiore miglia cinque circa, a mezzo giorno Naziono, ed Ormea, distante il primo miglia sette ed il 2do cinque, a Ponente Pamparato, e Viola distanti miglia sette, a mezza notte Piola distante miglia cinque, e Calissano Stato Genovese distante miglia otto circa. L'aria è molto forte e umida a causa de' venti marini, che quasi di continuo soffiano.

Eravi in detto Borgo maggiore un castello, che fu rovinato circa l’anno 1630.

Scorre per il territorio il fiume Tanaro, quale le squarcia il seno della pianura, ivi scorrono dieci torrenti che sono gli seguenti, Barchi, Varchioso, Sparvajra, Albarca, Buranco, S. Mauro, S. Giacomo, Rozzo, Posello, e Piangranone.

Dal Tanaro s’estrae una bealera per l’acqua del molino, e da torrenti s’estrae diverse piccole bealere per l’adacquamento de’ beni, che a detti torrenti costeggiano.

Non vi sono Corpi Ecclesiastici sì regolari che secolari, spedali sì di carità, che d’infermi.

Non vi sono miniere di sorte alcuna.

Gli abitanti non attendono ad alcun genere di sfroso.

Non vi sono manifatture di sorta alcuna, salvo che venti tellari da tella.

Non vi sono edificii alla riserva di due molini ambi proprii della sig.ra marchesa Saluzzo di Garescio, ora moglie del sig. Marchese di S. Germano, quali sono situati uno nel quartiere del Ponte, e l’altro in quello di Cerisola d’annuo reddito fatta una comune di £. 2000 tra ambi.

La giurisdizione spetta per intero alla primogenita del fu sig. Marchese Saluzzo di Garescio, che pochi mesi sono sposò come si è detto il sig. Marchese di S. Germano quali possiede

tra beni feudali ed allodiali giornate 1000 cioè feudali giornate 200, ed allodiali 800 comprese in queste diversi boschi di fagio, e gerbidi che sono di poco, e niun reddito, vengono tutti detti beni affittati alla somma di £1000

Oltre a detti redditi possede pure il pedaggio che è di reddito £100

La Secreteria civile, e criminale £ 300

Le decime delle granaglie che sono di 18 uno, de quali ne spetta un 4to a’ Parrochi del Borgo e Ponte £ 300


Vi sono sei Parrochie li di cui parrochi e redditi parrochiali sono come a carte.

Vi è un spedale o sia congregazione di carità i di cui redditi consistono in £. 150 consistenti in beni allodiali.

Vi si trova pure un monte di pietà, che ha il reddito parimenti di £. 150 provenienti similmente da beni allodiali, vengono questi due luoghi regolati secondo le Regie instruzioni.

Oltre alle suddette sei parrochie che portano il titolo cioè una d’arcipretura, tre di Rettoria, ed una di prepositura, vi sono le seguenti Chiese, cioè nove Confraternite, sei di disciplinanti tutti coll’abito bianco, e tre di Consorelle, la Chiesa di S. Roco nel quartiere del Ponte, la Vergine SS.ma di Valsorda, la Vergine del Rozzo, S. Giacomo e S. Morizio, tutte in vicinanza del Borgo, tutte dette Confraternite senza redditi.
Li seguenti tre Conventi.

S. Domenico. Questo è un Convento molto cospicuo sia per il numero di soggetti, che ascende a 18 Padri Sacerdoti Celebranti, sei laici e sei novizii, quanto anche per la dottrina, ed altre buone qualità, che ne’ medesimi concorrono, sendovene fra essi sei maestri in provincia, e sebbene li beni che possedono su questo territorio non oltrepassino £. 2800 che provengono da giornate 36 beni immuni, e giornate 104 beni allodiali, non tralascia però calcolando gli altri redditi, che percevono da’ beni che possedono in diversi territorii del Piemonte, e particolarmente su quello di Cherasco, d’avere il reddito di £ 18 in 20 milla; il convento è molto vasto e spazioso, la Chiesa pur vasta, di buon disegno, e di recente fabbricata, hanno detti Padri Sacerdoti una grande e bella libreria ben provista di libri, fra quali ve ne sono molti originali.

Capucini, la clausura di questo Convento compresa la fabbrica, Chiesa e Giardino è di giornate due circa, questi due Conventi sono ambi nel quartiere del Borgo.

Si ritrova pure su queste fini, e distante miglia cinque dal quartiere del Borgo una Certosa denominata di Casoto, ove sogliono abitare diciotto Sacerdoti celebranti e sette laici.

Questa Certosa sebbene sia delle più antiche della religione, e fabbricata vivendo S. Brunone institutore della medesima, si è però presentemente ridotta di moderna architettura, formando due bracci di lunghezza di trabucchi 48 caduno, uno de’ quali non resta per anco perfezionato; possede su questo territorio giornate 800 compreso giornate 600 di fagii, tutte immuni, e che puonno esser di reddito di £. 4000 circa, possede questa Certosa diversi altri beni sulli territorii di S. Albano, Cuneo, Montanera, e Morozzo, di giornate 1600 circa pur tutte immuni, che posson essere di reddito £. 22000 oltre a diversi crediti, di modo che calcolando tutto il reddito assieme si computa possa ascendere alla somma di £. 40000 e più.

Alla campagna vi sono le seguenti cappelle.

S.ta Maria Maddalena distante dal Borgo maggiore miglia quattro.

S.Bernardo e S. Luigi, distanti dal quartiere del Borgo miglia 2.

La Vergine della Visitazione, S. Grato, S.ta Reparata, S. Sebastiano, La Vergine della Mercede, altra della Visitazione, La Madonna della Neve, distanti dal detto quartiere del Borgo miglia uno e mezzo.

S.ta Maria Madalena, S. Bartolomeo, S. Mauro, S. Antonio Abate, distanti un mezzo miglia.

S.Erasmo, S. Sebastiano, S.ta Orsola, Santissima Trinità, la BeataVergine dell’Assunta, S. Roco, S.Costanzo, distanti un terzo di miglia.

S. Morizio, S. Giacomo, S.ta Lucia, la Beata Vergine della Neve, si trovano queste cappelle nel Borgo maggiore.

Tutte queste cappelle sono senza redditi, e vengono mantenute con elemosine.

Oltre alli suddetti sei Parochi risiedono in questo luogo vuoi quartieri, e territorio trent’otto Preti celebranti e diciasette Chierici.

E’ composto questo luogo di 1100 capi di casa, che fanno il numero di 6000 abitanti.

Li pascoli comuni non sovrabbondano il bisognevole, e di questi non se ne può alienare, perché bisognevoli al pascolo de’ bestiami, non essendovi altri beni di Comunità a potersi alienare.

Li boschi cedui, e d’alto fusto sono di fagio, ma però in poca quantità d’alberi di rovere.

Il corpo della Comunità è composto di sette soggetti cioè il Sindaco, e sei conseglieri, i pubblici affari vengono regolati e maneggiati da buon e diligente padre di fameglia, non vi sono malversazioni, ne altra cosa che meriti rimprovero. L’archivio delle scritture è in buon stato, e queste ben disposte, e conservate col suo inventaro, quanto a cadastri, sebbene nell’anno 1749 siasi proceduto ad una rinnovazione d’essi, non trovasi però tal rinnovazione ancor in stato di perfezione, ma solo in brogliazzi.

Vi sono due macelli pubblici, uno nel quartiere del Borgo, e l’altro in quello del Ponte.

Gli abitanti sono per lo più scaltri, e vivaci, e molti d’essi attendono al negozio, e trasporto di merci dalla riviera di Genova al Piemonte, ed alcuni altri al trasporto d’ogli dal Principato d’Oneglia.

Le migliori fameglie sono le seguenti.

Sig.ri avvocato Francesco Andrea Ferraris primo Uffiziale della Secreteria di Guerra, Gioanni Battista Romualdo Randone Senatore nel Senato di Nizza, avvocato Carlo Sapellani, Medico Paolo Gioanni Bona, avvocato Gioanni Ravoto.

Notaj. Sig.ri Giulio Domenico Roberi, Insinuatore Gioanni Tomaso Fasiani, Lorenzo Gabiani, Domenico Marcello Randone, Domenico Antonio Fasio, Giuseppe Andrea Bona, Nicolao Corada, Gioanni Antonio Fruchieri, Gioanni Antonio Dogliotti, Giacomino Balbis.

Altre fameglie civili, cioè Sig.ri Domenico Doren, Gioanni Antonio Gabiano, Gioanni Pietro Felice Marenco, Angelo Tommaso Sereni, Antonio Maria Torrelli, Gioanni Maria Caccio, Giacinto Giulio Nicolao Giacone, Domenico Gonella, Gioanni Angelo Felice Garelli, Carlo Basilio Randone, Gioanni Randone, Domenico Gabiano, Domenico Randone, Andrea Calleri, Matteo Ferraris, Gioanni Garello, Domenico Ravotti, Gioanni Domenico Ravoti, Innocenzo Randone, avvocato Gioanni Pietro Garello, Ludovico Stecho, Filippo Amedeo Ruffino.

Speciali. Stefano Vicario, Giuseppe Giacone, Antonio Cavazia.

Chirurghi. Carlo Mattia Odaglia, Marco Randone.

Mercanti da panni. Domenico Manuello, Gioan Battista Randone, Vincenzo Ferraris.

Il pedaggio è proprio del Vassallo del luogo sendo di reddito £. 50.