Il territorio
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Dalla "Relazione sulla provincia di Mondovì" dell' Intendente Lazzaro Corvesy del 1753 riportiamo questa interessante descrizione del terrirorio ( dal CD-rom "Mondovì e la sua provincia" a cura del Centro Culturale Mombasiglio)

Il luogo di Bagnasco trovasi nella valle di Tanaro in mezzo a monti, ed in mezzo ad una piccola pianura, che s’estende da mezzo giorno a notte, avendo a Levante montagne vestite parte d’alberi di Castagna, e parte di fagii, confina il di lui territorio collo stato Genovese, e particolarmente con i luoghi di Calissano, e Massimino appartenenti al Marchesato di Finale, confinando pure con i luoghi di Priola, Viola, Lisio, Batifollo, Nucetto, e Perlo, e diviso in tre quartieri cioè il Borgo, ruata del Tanaro, e piano; l’aria è buona, gli abitanti robusti, molto scaltri, amanti di novità facili a far sottomani e false imposture, scorre al di lui lato, ed alla parte del levante il fiume Tanaro, dal quale si derivano due bealere, per l’inaffio de’ beni siti nella piana denominata una la soprana, e l’altra la sottana.

Vi è in questo luogo un forte passaggio massime di mulattieri sendovi in esso la gran strada che tende a Garessio, e da ivi alla riviera di Genova, ad Ormea, e principato d’Oneglia, e sebbene altre volte vi fossero tre mercati caduna settimana, ed una fiera in cadun anno come si riscontra da privilegii esistenti negli archivii sono però gli uni, e l’altra andati in disuso, poca è la negoziazione, salvo d’alcuni mulattieri, che attendono al traffico dalle riviere in Piemonte. (Molti attendono al traffico dalla riviera di Genova e Principato d’Oneglia in Piemonte conducendo olio d’olivo, pescagione e lane).

La giurisdizione spetta al sig. Marchese Guido Francesco Morizio Aldobrandino Biandrate di San Giorgio residente in Torino, qual possiede un molino a tre ruote, un edificio da carta di due tine, il tutto pervenutogli insieme alla giurisdizione del fu Sig. Marchese Del Carretto di Bagnasco, quali due edifizi di molino, e carta possono essere di reddito fatta una comune di £. 1200 circa.

Fanno sua residenza in questo luogo 320 capi di casa, quali compongono anime n° 1600.

Vi è una sola parrochia sotto il titolo di S. Margarita, il Paroco porta il titolo d’Arciprete, sendo il medesimo ed i di lui redditi come a carte.

Vi resta pure nel recinto del luogo una confraternita di disciplinanti coll’abito bianco senza redditi; la Chiesa dell’Umiliate sotto il titolo dello Spirito Santo, le Cappelle di S.ta Libera, e dell’Assunta, un Convento de’ padri Domenicani, la di cui Chiesa è propria della Comunità; non forma questo convento priorato, ma solo vicariato, in cui sono soliti a risiedere tre Sacerdoti, e due laici, essendo di reddito di £. 1500 circa consistenti in beni allodiali.

Evvi pure un’opera degli santi esercizii spirituali fondata nell’anno 1719 dal Padre Francesco Maria Perucha, avendo casa propria con una piccola Cappella sotto il titolo di S.ta Maria delle Grazie.

Alla campagna vi sono le seguenti Cappelle, San Sebastiano distante dal recinto del luogo un mezzo miglia, altra di S. Bernardo poco distante dalla prima; S. Roco esistente sopra un colle verso mezza notte dirimpetto del quartiere del Borgo, ed in poca distanza del medesimo; S.ta Croce anche sopra un piccol colle verso ponente pure in poca distanza dal recinto, S.ta Giulita esistente sovra una montagna distante un miglio e mezzo dal luogo, questa è una Cappella assai cospicua sia per la sua antichità, che per la situazione in cui si ritrova, ivi contigue a detta cappella vi sono due o tre camere non però abitate, de’ quali li particolari se ne servono massime nel tempo d’estate per far allegre radunanze di conviti; in poca distanza di detta cappella si vedono alcuni avanzi di un antichissimo castello, che la tradizione vole servisse di nido, e covile a barbari Saraceni che in quei tempi infestavano quelle vicinanze, vi resta pure alla campagna altre chiese sotto il titolo di S.ta Agnese distante un miglia dal recinto.

Si contano in questo luogo quindeci Preti celebranti, quali solo dieci fanno ivi loro residenza, sendovi parimenti quattro chierici.

Le montagne de’ boschi cedui, e d’alto fusto, che sono per lo più d’alberi di fago servono di pascolo a bestiami. Di detti boschi non se ne fa alcun travaglio, salvo per l’uso della legna necessaria agli abitanti, e di quando in quando s’è fatta vendita di diverse piante a particolari di Callizzano secondo il permesso ottenuto da S. M.. Si potrebbero quivi per il commodo del bosco, e quantità che si potrebbe ricavare di carbone, formare edifici, e fabbriche di ferro, massime per la facilità che s’incontrarebbe in avere li minerali dall’Isola d’Elba per mezzo del mare, dal quale questo luogo non resta in maggior distanza di miglia quindeci, tanto più che detti boschi sono della comunità, ma però non alibrati ne cadastrati in numero di giornate due milla e più, e che il bosco non resta esitabile per l’abbondanza che ve n’è non solo su questo territorio, che negli altri circonvicini.

Gli abitanti sono per lo più di bassa, ed ignobil estrazione, li migliori però fra essi sono Sig.ri avocato Gioanni Battista Gasco, Medico Gioanni Pietro Fechini, Notajo Gioanni Battista Canavero, Notajo Gianbattista Rolando, Speciale Francesco Domenico Goresio, Speciale Domenico Goresio, e Sig. Benedetto Fechino.

La Comunità è composta di cinque soggetti compreso il Sindaco, ha casa propria qual però abbisogna di reparazione, le scritture vengono ivi archiviate, mancandovi però l’opportuno Inventaro, per la formazione di quale si sono dati gli opportuni ordini; li cadastri per esser molto antichi trovansi confusi, restando cosa difficilissima di poter da essi estrarne li quinternetti esattoriali, perché li beni in essi descritti e cadastrati non sono più nelle fameglie e discendenti d’esse in detti cadastri annotate, sendo passati a’ mani d’altri possessori senza che siansi fatti li dovuti trasporti, onde resta più che necessaria la rinnovazione de’ medesimi per mezzo d’una misura generale, per un qual fine si sono dati gli ordini necessari per l’esecutiva.

Non vi sono manifatture salvo che otto telari da tela.

Vi si ritrova un edificio da carta di due tine proprio del sig. Marchese d’esso luogo, qual è di reddito di £. 600 un edificio da molino sovra il fiume Tanaro proprio del sig. Marchese qual è di reddito di £. 700.