Dalla "Relazione sulla provincia di Mondovì" dell' Intendente Lazzaro
Corvesy del 1753 riportiamo questa interessante descrizione del terrirorio
Il Luogo di Vicco è il più prossimo della Città di Mondovì da quale trovasi nella sola distanza d’un miglia e mezzo, e da quella di Torino trenta cinque, la tradizione vuole, e si ha tutto il fondamento a crederlo, che sebbene fosse prima dell’anno 1699 a detta Città di Mondovì unito, e compreso fra le terre del suo mandamento, sia della medesima molto più antico, anzi che da questo luogo ne prenda detta città il nome; confina il suo territorio con quelli del Mondovì, Monastero, Montaldo, Torre, S. Michele, e Niella.

Dividesi questo luogo in quattro quartieri ognuno de’ quali forma parrochia.

Il principale fra essi vien denominato il borgo, ove vi è la casa della Comunità, e le fameglie di maggior riguardo, la parrochia è sotto il titolo de’ S.ti Gioanni e Donato, questa è di nomina dell’arciprete della Cattedrale di Mondovì, il di cui paroco, che vien chiamato col titolo di priore è il sig. D. Bartolomeo Rosetti, nativo di detta Città, piano di Breo, essendo li redditi parrochiali come a carte.

Vi è pure in questo quartiere una confraternita di disciplinanti coll’abito bianco sotto il titolo di S. Gioanni Evangelista, qual è senza redditi, sonovi pure le seguenti cappelle cioè S.Bernardo, S. Cristoforo, S. Sebastiano tutte senza redditi venendo provvedute del necessario con elemosine, non si celebra in esse la S.ta Messa, salvo nel giorno della loro rispettiva festa.

Si trova pure in questo quartiere la casa del Vassallo qual è il sig. Marchese d’Ormea vicina, anzi contigua ad un sito gerbido, in quale esistono ancor di presente diversi sotterranei, che la tradizione vuole siano pochi avanzi d’un ben grandioso, e vasto castello stato dagli stessi terrazzani rovinato.

Le fameglie principali, che fanno loro residenza in questo quartiere sono le seguenti.

Sig.ri Commendatore Pietro Giacomo Cigna, medico Giuseppe Gandolfo, Gioanni Giacomo Aime, Giuseppe Gafodio, Notajo Gioanni Giacomo Sargiana segretario di comunità, Notajo Bernardino Sargiana, Speciale Gioanni Battista, e fratelli Voena, Speciale Bernardino Borzarello, Speciale Giuseppe Gallo, Agrimensore Pietro Andrea Blengino, Chirurgo Michele Bottero, Chirurgo Vincenzo Blengino.

Il secondo quartiere vien denominato Ruatta di San Pietro, e Fiamenga, in cui vi è pure una Chiesa Parrochiale sotto il titolo de’ S.ti Pietro e Paolo, il di cui Paroco che col titolo di priore vien chiamato, è il sig. D. Bartolomeo Maruffi nativo del luogo di Beinette, sendo li redditi parrochiali come a carte.

Vi è altresì in questo quartiere un confraternita di disciplinanti coll’abito bianco senza redditi, sotto il titolo di S. Gioanni, come pure le seguenti cappelle.

La Madona della Neve, L’Assonta ambe senza redditi.

Li dodici apostoli così nominata a motivo delle statue in grande de’ medesimi, che in essa si ritrovano formate di terra cotta quali sono sul pavimento, ed occupano tutto il sito della cappella, non essendovi però in essa altare alcuno.

Le fameglie di qualche riguardo di questo quartiere sono quelle de’ seguenti.

Sig. medico Giorgio Bonelli, Notaro e Geometra Sebastiano Rovere.

Gli altri particolari travagliano tutti alla campagna, e non vi è alcuno che abbia arte liberale o mecanica.

3° Moline così denominato da molini, che in questo quartiere si ritrovano sovra il fiume Corsaglia, quale quartiere resta distante da quello suddetto del Borgo un miglia e mezzo circa.

La Chiesa Parrochiale è sotto il titolo della SS.ma Annunciata; il paroco che è il sig. avvocato Gioanni Antonio Tomatis della Margarita porta il titolo di Curato, sendo li redditi parrochiali come a carte.

Vi sono altresì le cappelle di S. Roco, e la Madona della neve ambe senza redditi.

In questo quartiere i particolari attendono a’ lavori di campagna, e non v’è chi abbia arte liberale, o mecanica.

4° Briaglia di S.ta Croce. La Chiesa parrochiale di questo quartiere è sotto il titolo dell’esaltazione di S.ta Croce essendo Paroco il sig. D. Andrea Borzarello qual porta il titolo di Curato, li redditi parrochiali sono come a carte.

Non vi è in questo quartiere persona che possa dirsi di riguardo alla riserva del sig. misuratore, e Geometra Bartolomeo Blengino; trovasi distante da quello suddetto del Borgo un miglia e mezzo.

Vi resta altresì su questo territorio un altro quartiere denominato Briaglia di S. Grato, così detto da che la cappella che si trova in esso quartiere è sotto detto titolo di S. Grato, resta unito alla parrochia del Borgo, da quale trovasi distante un miglia e mezzo.

Vi si ritrova trammezzo alli quartieri del Borgo e Briaglia di S.ta Croce una Chiesa sotto il titolo di S. Gioanni con due altari, qual è antichissima, e fabbricata prima dell’anno 300 come si riscontra da diverse iscrizioni che sovra lapidi ivi esistono, volendo la tradizione fosse anticamente Chiesa parrochiale, da quale siansi poi smembrate le sovra riferite quattro parrochie, de’ quartieri del Borgo, S. Pietro, Moline, e Briaglia di S.ta Croce.

Vi sono in questo luogo, e suo territorio cinquanta e più preti celebranti, de’ quali 20 ivi fanno lor residenza, e gli altri in diverse Città e terre del Piemonte, e dodeci Chierici.

L’aria è buona, e li particolari forti e robusti, attendendo la massima parte a lavori di campagna, sendovene però diversi che attendono alla professione di mulattiere, attendendo alcuni al negozio dell’oglio dal principato d’Oneglia in Piemonte, ed altri al trasporto di merci, e commestibili dalla riviera di Genova pur in Piemonte.

Vi è in questo luogo una filatura di due fornelletti da seta, e dodici tellari da tella ordinaria.

Il territorio è tutto in collina, non scorre in esso bealera, torrente, né fiume alla riserva del fiume Corsaglia, qual prende sua origine sopra le montagne di Frabosa soprana, e va a scaricare le sue acque nel fiume Tanaro sovra le fini di Lesegno, divide detto fiume il territorio da quelli di Montaldo e Torre, non potendo però l’acqua del medesimo servire per l’irrigamento de’ beni, sia a motivo della montuosità del territorio, sia anche per la profondità dell’alveo in cui scorre.

Vi è un molino di due ruote esistente nel detto quartiere delle Moline, proprio delli Sig.ri Ludovico, e Stefano Baruchi, Paul’Andrea, Paul’Antonio, Carlo e Michele patrui, e cugini Rebaudenghi, tutti di detto luogo, di quale molino ne spetta pure una porzione alla Mensa Vescovile di Mondovì, essendo il medesimo di reddito fatta una comune di £. 350.

Vi è uno spedale di carità qual ha di reddito £. 100 circa provenienti da proventi di capitali crediti.

In poca distanza dalli suddetti quartieri del Borgo, e Ruatta di S. Pietro, trovasi il famoso Santuario della Santissima Vergine denominato del Mondovì a Vicco. Questo Santuario per la sontuosità dell’edificio, e per la gran copia de’ miracoli che Maria Vergine si compiace ivi concedere, è così celebre che non fa d’uopo descriverne la sua grandiosità; e sebbene l’amministrazione in ciò riguarda l’economico, in dipendenza di bolle pontificie, e Regi diploma, spetti a Monsignore, al Governatore, ed al Sindaco della Città di Mondovì, come pure al Padre Abate del Monastero de’ Cisterciensi sotto il titolo di detto Santuario, questo però vien da detti Padri con una particolar solecitudine custodito.

Il Monastero di detti Padri trovasi in contiguità di detto Santuario, e per mezzo d’un piccolo corridoio ha col medesimo comunicazione, è composto questo Monastero di dodeci Monachi Celebranti compreso l’Abate, e cinque laici.

Servono pure a questo Santuario otto Seminaristi mantenuti sotto la direzione d’un prete a spese del Santuario, due de’ quali ne spetta la nomina al sig. Conte Nazario di Carabiano, residente a Savigliano, altri due alla fameglia de’ Signori Marchesi Ceva, e li rimanenti quattro alla Congregazione del già più volte mentovato Santuario.

Fanno loro residenza in questo luogo, e suo territorio 675 capi di casa, quali compongono anime 3500 de’ quali ve ne sono come avanti si è detto.

Preti celebranti 50

Chierici 12

Medici 2

Notaj 3

Speciali 3

Geometra 3

Chirurghi

La giurisdizione col titolo comitale spetta al sig. Marchese Ferrero d’Ormea qual non cerca assumersi alcun ingerenza negli affari di comunità, non usa di prepotenza, meno reca alcun aggravio a’ sudditi, possiede in questo luogo il seguente reddito, cioè il pedaggio e la Secreteria Civile e criminale, qual vien affittata a £. 800.

Il Corpo del Conseglio è composto di cinque soggetti, cioè il Sindaco, e quattro Conseglieri; la Comunità ha casa propria, ove vien tenuto l’archivio delle scritture, quali sono in buon ordine, vi manca però l’inventaro d’esse per la formazione de’ quali si sono dati gli ordini opportuni al Segretaro di Comunità.

Li cadastri sono altresì in buon ordine per esser che è solo trascorso un anno da che sono stati desunti da quelli della Città di Mondovì, a cui questo luogo prima dell’anno 1699 era unito, ed aggregato.