Dalla "Relazione sulla provincia di Mondovì"
dell' Intendente Lazzaro
Corvesy del 1753 riportiamo questa interessante descrizione del terrirorio |
Il Luogo di Montaldo trovasi distante dalla città di Mondovì
miglia cinque, e da quella di Torino 38; i suoi confini sono con i luoghi
di Vico, Frabosa Soprana, Torre, Roburent, e Monastero, resta diviso in
diversi quartieri tutti dispersi alla montagna. Il principale de quali che Montaldo viene denominato, giace nel sito più alto ed eminente da dove si scopre tutto il Piemonte, e più lungi ancora, insomma locchio sestende a vista perduta; ivi nella maggior eminenza si trova un circuito di muraglie, con alcuni segnali a torri, che ancor di presente dal tempo distrutte si vedono, tutti avanzi dun antichissimo castello che la tradizione vuole ivi esistente. Ivi trovasi pure la Chiesa Parrochiale, qual è sotto il titolo di S.ta Maria di Monte Oliveto, la di cui festa viene sollennizata li 15 agosto di cadun anno, questa è una chiesa di riguardevole ampiezza a tre navate con 9 altari ma però non troppo ben ornata, il di cui parroco che vien chiamato col titolo di prevosto è il sig. D. Bartolomeo Regis, nativo del luogo, sendo li redditi parrochiali come a carte. In vicinanza di detta Chiesa Parrochiale vi è quella della Confraternita de disciplinanti sotto il titolo di S. Sebastiano; vi sono pure in questo quartiere le seguenti due cappelle, cioè S. Bartolomeo S. Giuseppe, in quale si celebra la Santa Messa in ogni giorno ambe senza redditi. Le fameglie principali di questo luogo che sono quelle de Mussij, Ferrero, Cavallo, e Perucca fanno loro residenza nel già avanti detto quartiere. Il secondo vien denominato la Ruata Marenga, ove si trova un gruppo considerabile di case, ed una cappella sotto il titolo di S. Rocco, con due altari uno di recente fabbricato, ove pure si celebra giornalmente la S. Messa, e vi risiede un Cappellano che serve pur di Rettor di Scuola a figliuoli di questo quartiere, qual vien mantenuto parte con li redditi delle confrerie, ed altra parte col reddito dalcuni beni allodiali stati legati a detta Cappella. Li particolari di questo quartiere sono tutti soliti a travagliare alla campagna, li migliori fra essi sono li seguenti cioè M.r Gioanni Ricca, Antonio Cornaglia, Sebastiano Obertino, Eredi Giacomo Richa. 3° La Colarea distante due miglia dal primo ove vi sono tre cappelle cioè S. Anna, S. Lorenzo, S. Andrea Apostolo. Le due prime non possedono redditi e quella di S. Andrea, vien mantenuta con alcuni pochi redditi provenienti da beni allodiali. Il Cappellano di questo quartiere risiede alla suddetta cappella di S. Anna. Travagliano pure tutti li particolari di questo quartiere alla campagna, sendo li più commodi li seguenti M.r Gioanni Regis, Antonio Carlevero, Pietro Andrea Rizzo, Antonio Rizzo fu Sebastiano. 4° La Prà distante dal primo miglia cinque, ove trovasi una cappella sotto il titolo di S. Maria Maddalena senza redditi, in quale non si celebra la S. Messa, salvo nel giorno della sua festa. Questo quartiere resta aggregato parte alla parrochia di Montaldo, altra parte a quella di Roburent, e finalmente altra parte a quella di Corsaglia sui fini di Frabosa Soprana, li particolari di questo quartiere travagliano pure tutti alla campagna, li migliori fra essi sono li seguenti Gioanni Maria Caramello, Giacomo Caramello, Gioanni Antonio Bertolino, Gioanni Chiappa, sendo quasi tutte persone idiote, ma però scaltri e vivaci. Oltre alle suddette cappelle se ne ritrova pure unaltra nella regione denominata Lavira sotto il titolo di S. Gioanni Battista distante un miglio e mezzo dalla Chiesa Parrochiale, ove vien mantenuto un prete che celebra ivi la S. Messa in tutte le feste a spese de particolari residenti in detta regione. Si contano in questo luogo trenta e più preti celebranti 20 de quali fanno ivi loro residenza, e gli altri in diverse città, e terre del Piemonte. Vi sono pure 15 Chierici. Vi sono due Notaj quali sono li Sig.ri Pietro Cavallo, e Pietro Gioanni Ferrero. Due Chirurghi cioè li sig.ri Luigi Cavallo, ed Antonio ferrero. Un Speciale qual è il sig. Gioanni Luigi Perucha. Vi sono quattro confrarie, che vengono regolate in forma dospedale di carità, li di cui redditi sono di £. 300 circa consistenti in beni Castagnetti allodiali, che vengono distribuiti nella manutenzione di due Rettori di Scuola, che risiedono uno alla Ruata Marenga suddetta e laltro in detto quartiere di Montaldo, nella manutenzione delle campane alla Chiesa parrochiale, e riparazione della Casa del Paroco. Vi sono sei telari da tela ordinaria. Scorre su questo territorio il fiume Corsaglia quale prendendo sua origine dalle montagne di Frabosa Soprana, scarica le sue acque nel Tanaro sulle fini di Lesegno, non potendo però le acque del suddetto fiume servire per lirrigamento de beni salvo che a poche giornate di prato, che sono nella valle di Corsaglia. Sebbene il territorio sia tutto alla montagna, e non vi sia pianura alcuna, tuttavia resta quello di ragionevole fecondità particolarmente di castagne quali a preferenza degli altri territori circonvicini di molto abbondano. Laria è buona e salubre, gli abitanti forti, e robusti, ma per altro molto ottusi, e piuttosto sanguinari effetto del vino, ed osterie a cui sono molto dediti, ed alla riserva de forzosi travagli di campagna, non si sanno dare alcun ricapito meno attendono ad alcun negozio, né ad arti sì liberale, che mecanica, sendo lunico loro raggiro il tener animali porcini, de quali in quasi tutte le case ne hanno provisione, vivono nel resto con li frutti, che ricavano dal loro territorio. Nellanno 1699 furono distrutte e rovinate quasi le case di questo luogo in pena della ribellione e renitenza in non voler levare come gli altri sudditi il sale alla Regia Gabella, in qual ribellione e renitenza erano uniti i luoghi di Vico, e Monastero recisi buona parte degli alberi di castagna, quali però avendo nuovamente ripululato, producono di presente quasi ugual frutto, quando non fossero stati recisi, con una probabile speranza daumentarli, perché al luogo duno si trovano più alberi, che formano corona a ceppi, o sian fusti da quali sono stati recisi. La giurisdizione col titolo marchionale spetta per intiero al sig. Marchese Faussone della città di Mondovì abitante in Torino, qual non cerca assumersi alcuna ingerenza negli affari di comunità, non usa di prepotenza, meno causa verun aggravio agli abitanti; qual sig. Marchese non ha Castello, né casa in questo suo feudo, possedendo li dietroscritti redditi. Un molino sovra il fiume Corsaglia di due ruote £. 350 Giornate otto beni feudali £. 150 E finalmente £. 50 che le vengono annualmente imposte dalla Comunità per li bandi campestri £. 50 (sic!) £. 450 La comunità è composta di cinque soggetti compreso il Sindaco, non ha casa propria tenendo due camere in affitto assai decenti, ove suole radunarsi il corpo del Conseglio, e vengono ivi custodite le scritture in un guardarobba di noce, quali sono in buon stato col debito inventaro. Non vè alcun cadastro, ma un semplice transonto di quello della città di Mondovì da cui questo luogo prima dellanno 1699 restava membro, sendo uno delle quattordici terre che formavano quel mandamento, che però resta molto difficile lesazione della Taglia per la difficoltà che sincontra nella formazione de quinternetti esattoriali, e perché moltissimi particolari descritti in detto transonto non possiedono più li beni, e registro in esso annotati, motivo per cui si sono date le debite disposizioni per una misura generale con cui si possa formare un nuovo cadastro, a quale si darà principio cessate che siano le presenti circostanze. |