La stele etrusca
 
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Dal sito del comune di Mombasiglio

Datazione: IV sec. a.C. Misure: 53 x 60 x 16 Rinvenuta nel 1923 a Mombasiglio in occasione dei lavori di demolizione della chiesa di S. Andrea, dove era stata reimpiegata, dopo una rudimentale sbozzatura, come acquasantiera. La stele presenta, all'interno di una cornice rettangolare, un rilievo figurato con un personaggio maschile adagiato su kline ed uno femminile seduto su un trono. Sullo sfondo, tra la cornice e le due figure, essa riporta, realizzata con un'esecuzione alquanto maldestra, un'iscrizione in lingua etrusca: husi (e) vete zalle, interpretata da G. Colonna come iscrizione onomastica corrispondente, con inversione dell'ordine delle parole, alla formula latina Salvius Vetius Iunior.
Tipicamente etrusca per la tipologia e l'iconografia del rilievo figurato, la stele sarebbe da riferire alla sepoltura di un etrusco di probabile origine italica, forse dell'area fiesolana, e confermerebbe la persistenza di rapporti tra l'Etruria settentrionale e la Liguria, anche interna, già indiziati a partire dalla metà del VII secolo a.C. ed ancora attivi tra il IV e il II secolo a.C., come parrebbe confermare anche lo specchio etrusco di probabile provenienza dal territorio cebano conservato presso l'Istituto Tecnico G. Baruffi di Mondovì.