Dalla "Relazione sulla provincia di Mondovì"
dell' Intendente Lazzaro
Corvesy del 1753 riportiamo questa interessante descrizione del terrirorio
Giace il luogo di Frabosa Soprana sovra uneminenza in mezzo a
monti distante dalla città di Mondovì miglia cinque, e da
quella di Torino trenta cinque; confina a Levante con li territori del
Monastero di Vasco, e Montaldo, a mezzo giorno con quello dOrmea,
Roburent, e per una piccola parte cogli Stati della repubblica di Genova,
ove si dice le viosene, da dove trae suo origine il fiume Tanaro, di modo
che da questa parte sestende questo territorio circa miglia dodeci,
tutto però in montagne alpestri e selvatiche, ed a ponente e notte
gli fa coerenza il territorio di Frabosa Sottana, con cui prima dellanno
1595 faceva corpo unito, ed una sola Comunità.
Questo luogo prima dellanno 1699 era compreso nel mandamento del
Mondovì, da cui si è diviso assieme alle altre terre che
componevano detto mandamento in dettanno 1699.
La tradizione vuole che sia questo un luogo molto più antico della
già detta città di Mondovì, e che altre volte si
chiamasse fra boschi, a causa chessendo larmata dAnnibale
passata in queste vicinanze, si fossero molti de soldati rifugiati
in detta montagna, e ne abbino ivi principiata la popolazione.
Resta diviso in sei quartieri, che tutti assieme vengono chiamati Frabosa
Soprana.
Il primo de quali si denomina la Villa, ove vi è un Castello
di moderno e grandioso disegno, proprio del sig. Marchese del luogo, qual
però interiormente non resta compito, sendovi molte camere non
ancor perfezionate, e proviste sì di soffitto che di pavimento,
qual resta nel sito più alto ed eminente, da dove si scuopre buona
parte del Piemonte.
Vi è pure una Chiesa Parrochiale molto ampia, e di disegno vago
e moderno con sette altari, de quali quattro ornati di buoni marmi
pure di vago, e moderno disegno, il di cui Parocco qual è il sig.
D. Enrico Benedetto Bruno porta il titolo di Prevosto, sendo li redditi
parrochiali come a carte.
Vi è pure una confraternita de disciplinanti collabito
bianco, schiavina e cingolo nero sotto il titolo de S.ti Rocco e
Sebastiano senza redditi, questa è una Chiesa pur moderna e di
ragionevole ampiezza con un altare parimenti ornato di marmi. Si ritrova
in poca distanza di questo quartiere una cappella, sotto il titolo di
S. Carlo Boromeo situata nella maggior altezza, e sebbene non sia ancor
terminata, è però di gustoso dissegno.
Questo è il più cospicuo delli sei quartieri, sia perché
vien distinto e dal palazzo del Vassallo, dalla Chiesa Parrochiale, che
vien considerata per matrice, avendo il di lui paroco la preeminenza agli
altri due, de quali come infra si farà menzione, dalla casa
della Comunità qual è molto civile, sia finalmente per le
molte fameglie civili ed onorate, che in esso fanno loro residenza, le
prime de quali sono quelle de Sibilla e Sicardi.
Vi sono parimenti dodici Sacerdoti celebranti, ed otto Chierici, un medico
qual è il sig. Gioanni Battista Siccardo.
Tre Notaj cioè li Sig.ri Gioanni Battista Sicardo, Carlo Giuseppe
Siccardo, Pietro Giorgio Sibilla tutti nativi di questo quartiere.
Un Speciale qual è il sig. Paolo Francesco Sibilla.
Forma questo quartiere 90 capi di casa, che compongono anime 600.
2° il Serro distante dalla Villa trabucchi 150 circa questo è
pure un quartiere dopo il primo il più distinto, e fra se unito
di case, molte de quali sono ampie, alte, moderne, e molto civili,
sendovi parimenti ivi una Chiesa Parrocchiale di ragionevole ampiezza,
e di dissegno pur moderno con sette altari, due de quali sono moderni
e di buoni marmi forastieri, il di cui Paroco che è il sig. D.
Paolo Maria Bertola del luogo della Margarita resta suffraganeo a quello
suddetto della Villa, sendo li redditi di questa parrochia come a carte.
La Chiesa di detta Parrochia vien pur officiata da una confraternita de
disciplinanti collabito bianco sotto il titolo de S.ti Pietro,
e Paolo, che hanno una tribuna sovra la parte della chiesa capace per
trecento circa soggetti, qual confraternita ha il reddito di £.
400 circa consistenti in beni allodiali.
Vi è parimenti in contiguità di questo quartiere, e sovra
uneminenza una cappella sotto il titolo di S. Sebastiano, che vien
mantenuta con elemosine.
Tra mezzo questo quartiere e quello suddetto della Villa vi si trova parimenti
unaltra cappella sotto il titolo della Visitazione di Maria Vergine,
questa è stata di recente fabbricata di vago, e moderno dissegno
con un sol altare ornato di marmi, con portico avanti, fabbricato con
elemosine ricavate dalla sollecita attenzione, persuasive e suggerimenti
della felice memoria del Padre Giambattista Trona dellOratorio di
S. Filippo Neri del Mondovì, qual in questo quartiere ha sortito
i suoi natali.
Risiedono in questo quartiere cinque Preti Celebranti, ed altrettanti
chierici.
Vè un Notajo qual è il sig. Gioanni Stefano Bottero.
Un Chirurgo che è il sig. Filippo Bottero.
Le migliori fameglie sono quelle de Botteri, e Trona.
Forma sessanta cinque capi di casa, che compongono anime 370.
3° Mondagnola distante da quello della Villa un miglia circa, e sebbene
sia questo quartiere composto di fuochi 95 che compongono anime 600 circa
non resta amovibile, e ne spetta la nomina alle fameglie Viglietti, Do
e Camperi.
La Chiesa di questo quartiere è piuttosto piccola ed antica, nella
quale sebbene non si conservi il SS.mo Sacramento, vi è però
un fonte battesimale, qual non serve salvo ne casi durgenza.
Non vè fameglia che si possi dire di qualche riguardo, salvo
quella del sig. Chirurgo Gioanni Antonio Viglietti.
4° Straluzzo distante dalla Villa un miglia circa, compone fuochi
70 ed anime 400 che sono parimenti sotto la parrochia della Villa, vè
una cappella propria della famiglia Sicardi, travagliano li particolari
di questo quartiere tutti alla campagna alla riserva del sig. Gioanni
Pietro Sicardi, vi è un sol prete celebrante ed un chierico.
5° Lompareto distante dal quartiere della Villa miglia tre, resta
tutto questo quartiere disperso alla campagna, non formando alcun gruppo,
o membro di case, unito parte alla parrochia della Villa, ed altra parte
a quella del Serro.
Vi sono quattro cappelle sotto li seguenti titoli:
S. Bartolomeo, LAssonta di Maria Vergine, S. Bernardo, S. Lorenzo
sono tutte senza redditi, e vengono provedute del bisognevole con elemosine.
Vè un sol prete, e due chierici.
Forma 100 fuochi, che compongono anime 650.
Non vi sono persone civili travagliando tutti in campagna.
6° Corsaglia e Fontana, questi sono due quartieri, che tra ambi ne
formano uno solo, distante il primo da quello suddetto della Villa miglia
tre, ed il secondo cinque, formano pure tra ambi parrochia, sendo la Chiesa
Parocchiale in quello di Corsaglia, qual prende tal nome dal fiume Corsaglia,
che traendo sua origine dalle montagne di questo territorio scorre a
piedi di detta Chiesa Parrochiale che molto pericola di rovina, massime
in tempo dinnondazioni. Il Paroco che viene chiamato col titolo
di Curato è il sig. D. Rocco Liprando nativo di questo luogo, e
sebbene non sia amovibile viene però eletto da quello suddetto
della Villa, volendo la tradizione ne spettasse anticamente la nomina
alla fameglia Siccardi, come quella che dicesi ne abbia fatta la dotazione;
li redditi di questa parrochia sono come a carte.
In detto quartiere poi delle fontane vi è una Vice cura soggetta
e subordinata al suddetto Paroco di Corsaglia, la di cui chiesa in cui
vi sono sette altari è di disegno molto antico e fuori dellusato,
si conserva ivi il SS.mo Sacramento dellEucarestia, e si seppellisce,
solo però nellinverno, ed in tempo che a causa della gran
copia delle nevi, che sogliono annualmente cadere, resta totalmente impedito
laccesso a detta Parrochiale di Corsaglia, essendo la suddetta Chiesa
totalmente fuori dellabitato senza alcuna vicinanza di case, questa
è una chiesa che sebbene siano anni 50 circa che è stata
fabbricata sulle rovine duna precedente, che dal detto fiume Corsaglia
fu distrutta, resta però molto piccola con tre soli altari, e di
non troppo buon disegno.
Non vi è in questo quartiere persona di distinzione, sendo li particolari
tutte persone rurali, e particolarmente quelli delle Fontane molto dediti
allo sfroso del sale per la facilità di sottrarsi dalla vigilanza
della giustizia, trovandosi questo quartiere tutto disperso nelle montagne
più alpestri e rincolte dallabitato, e per la vicinanza massime
che vè collo Stato Genovese, non più distante di miglia
sei in sette, e per il commercio che hanno parimenti con mulattieri dOrmea.
Questi due quartieri compongono tra ambi 175 capi di casa, che fanno anime
1000 cosicchè in tutto questo luogo, e suoi membri si contano
Capi di casa 595
Anime 3620
Parrochie 3
Preti celebranti 22
Medici 1
Notaj 4
Speciali 1
Chirurghi 2
Laria è molto salubre, gli abitanti forti e laboriosi, e
di vita molto lunga, de quali anni quattro circa se ne contavano
tre che oltrepassavano gli anni cento, sendovene ancor di presente che
passano gli anni 90.
Questo territorio è tutto situato in montagne ben alte, e la maggior
parte proviste e vestite dalberi di castagne, motivo per cui non
vi sono bestie da giogo, e la ben poca parte del territorio che si semina
vien coltivato non con laratro ma con la zappa; e commechè
richiede questo poca coltura per consistere come si è avanti detto
quasi intieramente in boschi castagnetti, ed alpi; una parte de
particolari sesercita al negozio, e particolarmente di tele dIndiene,
sirizia, lini, ed altre consimili lingerie da camicia, mossoline, tarlatane,
batisse, e simili, di quali tutti generi fanno un ben forte commercio;
altri poi sogliono commerciare lingerie usitate, quali dal Piemonte trasportano
nel genovesato, e finalmente moltissimi altri attendono allarte
di Carbonaro.
Vi è su questo territorio una gran montagna denominata Monte Moro
molto ricca, ed abbondante di marmi, particolarmente di color nero, bianco,
biggio chiaro, e biggio oscuro, ove di continuo vi sono quantità
di piccapietra al lavoro, e sebbene negli anni scorsi per incuria de
lavorieri siasi il cavo de marmi neri otturato, e coperto di quantità
prodigiosa di frantumi di marmi stati già lavorati, senza che mai
siansi curati di purgarlo, anzi si sono di tempo in tempo insensibilmente
detti rottami accumulati, ed aumentata la mole che a purgarlo e nettarlo
vi converrebbe una considerabile somma almeno di £. 10000 circa,
tuttavia si ha per positivo che li marmi de quali sè
ornata la cappella della S.ma Sindone in Torino sono degli stessi e medesmi
ricavati da detto cavo, in vicinanza di quale ancor di presente si vede
una casa, con una piccola cappella ridotta però ora ad uso profano,
in qual casa dalla parte verso Levante leggesi la seguente iscrizione
intagliata in un cartello di marmo biggio. Questa casa hanno fatta fabbricare
Giambattista Casella, e Carlo Alessandro Aprile inpresari della Cappella
del Santissimo Sudario per S. A. R. e tutta a sue proprie spese edificata
lanno 1669.
Sovra la porta di detta cappella si legge pure la seguente iscrizione
pure intagliata in una lastra, o sia cartello di marmo biggio. Oratorio
degli Impresari della Cappella del S.mo Sudario per S. A. R. Casella ed
Aprile 1664.
Il cavo di detti marmi bianchi e biggi è al piano, facile ed abbondantissimo,
capace a provedere non solo il Piemonte, ma lItalia tutta, con la
strada commoda ad esser tradotto, qual sebbene per la fuga dun mezzo
miglio sia alquanto pendente e sassosa, con qualche piccola spesa si può
rendere commoda e traghetabile, il rimanente di detta strada resta tutto
al piano.
Vi sono poi in diverse altre parti di queste montagne molti altri generi
di marmi, cioè di color giallo, rosso chiaro, e persichino, quali
oltre che non son molti, sono in siti tanto alpestri, che non è
facile il lavorarli, e di difficile trasporto.
Vi è un martinetto da ferro sovra detto fiume Corsaglia nella regione
de Botteri, ove vi è un gruppo di case denominate de
Botteri.
Vi è una Congregazione di carità che vien amministrata secondo
le buone regole, ed istruzioni circa ciò emanate, qual ha il reddito
di £. 200 provenienti da beni allodiali, che vengono distribuite
in sollievo de poveri; sendovi parimenti altra Congregazione di
carità nel quartiere del Serro qual viene amministrata dal Paroco,
e da principali particolari di detto quartiere, qual ha pure il
reddito di £. 200 provenienti da beni allodiali e viene altresì
convertito nelluso avanti espresso.
La giurisdizione spetta per intiero al sig. Marchese Pallavicini Luogotenente
Generale nelle Armate di S. M. e Comandante della Cittadella di Torino
col titolo marchionale, qual non possiede in questo luogo, e suo territorio
beni feudali, né allodiali, alla riserva di £. 75 che li
vengono annualmente pagate dalla Comunità per li bandi campestri.
La Comunità è composta di cinque soggetti compreso il Sindaco,
ha come sè avanti detto casa propria ove vien tenuto larchivio
delle scritture, e sebbene alloccasione della precedente admissione
del causato sovra il luogo del luogo fatta nellanno 1750 si fosse
ordinato che dal sig. Segretario di Comunità si dovesse procedere
allinventaro di tutte le scritture esistenti in dettarchivio,
di qualunque altra appartenente alla Comunità, tuttavia attesa
la morte del medesimo non si è potuto quello perfezionare, onde
si è di nuovo ordinato al presentaneo Segretario di dover quello
compire.
Li cadastri sono in stato ragionevole, ben tenuti, e custoditi.
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