La cappella di S.Dalmazzo
 
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Gli affreschi della cappella di San Dalmazzo
(in fase di restauro)
Dal sito del comune di Cigliè

 

 

All’interno della cappella, ciò che colpisce maggiormente sono i 170 metri quadrati di affreschi che ricoprono interamente l’abside e le restanti pareti.
Gli affreschi della cappella risalgono probabilmente alla seconda metà del ‘500, come sembra attestare la data scritta a sinistra dell’abside: “1573”.
Riguardo alla “R” che segue la data, si ipotizza possa rappresentare l’iniziale del nome del pittore che operò nella cappella.
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L'entrata alla cappella




Alcuni affreschi

Non è possibile, tuttavia, giungere al nome di questo artista, come accade sovente per i pittori che operarono a quel tempo.
In questo caso, tuttavia, lo stile permette di attribuire inequivocabilmente gli affreschi all’anonimo “Maestro di Cigliè”, a cui gli storici dell’arte hanno dato questa denominazione non perché fosse originario o operasse in questo paese, ma semplicemente perché il ciclo di affreschi più completo ed importante da lui eseguito risulta essere quello di San Dalmazzo a Cigliè
In zona, infatti, sono state riscoperte altre sue opere tra cui il Compianto nella chiesa cimiteriale di Lesegno e il Giudizio Universale nella chiesa di Madonna dei Boschi a Boves, ispirato al Giudizio Universale di Michelangelo che occupa la parete di fondo della cappella Sistina a Roma.
Il “maestro di Cigliè” è un rappresentante del manierismo, una corrente pittorica del XVI secolo tendente all’imitazione dei grandi pittori rinascimentali, specialmente di Raffaello e Michelangelo.
In particolare il nostro artista riproduce soprattutto modelli michelangioleschi. È probabile che egli abbia eseguito le sue opere copiando da stampe o da xilografie (incisioni in legno) anche se non è escluso che si sia recato personalmente a Roma.
Analizzando gli affreschi della cappella di San Dalmazzo ci si rende conto che si tratta di opere di alta qualità, di grande rilevanza il ciclo della Passione che occupa le tre pareti e l’Annunciazione che ricopre l’abside.
Quest’ultimo è delimitato da un arco con decorazione a “grottesche”. Questo genere di pittura, tipica del rinascimento è caratterizzata da una certa raffinatezza dei tratti.
Solitamente vengono raffigurati elementi animali e vegetali, oggettistica (vasi, candelieri, ecc.) e visi (nell’arco appare originale il viso per i suoi tratti orientaleggianti e per il copricapo).
Il nome di questo tipo di decorazione deriva dal termine grotte, in quanto è ispirata alle antiche pitture romane rinvenute durante gli scavi archeologici e quindi sotto terra.