Ricostruzione 1971

La storia della costruzione del Teatro Marenco è ampiamente descritta nel libro " Teatro Marenco - storia di un palcoscenico di paese" di Luciano Riccardo e Mario Robaldo
Qui di seguito vogliamo narrare le vicende della ricostruzione 1971 - 1975.

Nel 1971 venne nominata la nuova amministrazione del teatro, per statuto composta da due persone nominate dai palchettisti (i palchi erano di proprietà privata): Tanchi Michelotti e Ernesto Rebaudengo; due componemti della Filidrammatica: prof Isa Quaglino e il prof. Riccardo Luciano; due nominati dal consiglio comunele proprietario del sito: Prof. Teresa Pintus e il geom. Giacomo Fogliacco. Sei amministratori che nominarono presidente il prof Riccardo Luciano.

Il Teatro era in condizioni disastrose: occorreva praticamente (tranne i palchi) ricostruirlo totalmente.

L'"amministrazione privata" del Teatro aveva 875.000 lire sul conto corrente e un milione donato dallo zio del presidente comm Luigi Vittorio Longo.
Tanchi Michelotti incomincio a stimolare, tramite il giornale "Alta Val Tanaro" la popolazione si Ceva che poco alla volta si interessò attivamente al problema.

E merito dell'allora sindaco Stefano Prato che collaborò, senza fini elettorali o interessi personali, alla ricostruzione. (Stanziamento del Comune in lire 30 nilioni). Lasciò a disposizione del teatro un muratore (Mario Giacchello) e un validissimo operaio (Bresciano Luigi detto Brescia) per un anno e mezzo. Renato Lingua pensò a fare l'impianto idraulico (5 bagni e una doccia) e l'impianto di riscaldamento.
Gianfranco Merlino stese chilometri di cavi per 'impianto elettrico. Sempre gratuitamente, come Lingua e Merlino, prestò la sua opera l'ing. Ernesto Brescano. Non negò le sue prestazioni la ditta di Angelo Bagnasco e molti altri in Ceva e non è possibile ricordare tutti. Un esempio valga per tutti: dalla "Ferramenta Fumagalli" si presentò dopo due anni il presidente Luciano per saldare un conto ben salato: non volle essere pagato, volle contribuire anche Lui alla ricostruzione. Valga un esempio per i molti volontari: Nando Alciati vedendo la situazione disastrosa nell'attuale locale bar, con i figli e amici, portò via 1400 carrette di fango per far posto alla massicciata del pavimento.
Non va dimenticato che i palchi erano di proprietà privata e furono donati al comune o meglio venduti, per comodità burocratiche, per la simbolica somma di una lira.
I Cebani si meritano quel gioiello perchè l'hanno ricostruiro loro, con la loro opera e i loro denari.
Tutte le spese di amministrazione (telefono, posta, viaggi a Savigliano, Torino, Trieste, Roma e ogni altra spesa relativa) non sono mai state sopportate dal Teatro bensì personalmente dal presidente Luciano per la durata di cinque anni.
Un ricordo doveroso e grato va rivolto, oltre che al sindaco Stefano Prato, al dott Nuccio Messina, all'allora segratario comunale di Savigliano e all'amico on. Adolfo Sarti.
Dal 1975-76 entra, in punta di piedi, il giovanissimo Aldo Viora che, con la guida del dott Messina, diventa ben presto l'insostituibile sostegno e giuda del Marenco per oltre vent'anni.