Veratrum album L.
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Famiglia Liliaceae

Nome volgare Falsa genziana

Caratteristiche .È una pianta erbacea perenne con rizoma breve, cilindrico, di colore nerastro, munito di numerose radici giallastre. I fusti fistolosi sono alti 60-150 cm. Tutta la pianta emana odore sgradevole.
Ha larghe foglie alterne, ovali od ellittiche, con pagina superiore glabra e quella inferiore pubescente, munite di numerose nervature parallele, sono lunghe anche 30 cm e larghe sino a 12 cm. Le guaine delle foglie costituiscono lo stelo apparente. Gli steli floreali compaiono solamente nelle piante di 10-30 anni, le piante fioriscono ogni 5-10 anni.
Le foglie cauline sono alterne e lanceolate, nelle infiorescenze esse si trasformano in brattee.
I fiori, numerosi, brevemente peduncolati sono formati da 6 tepali uguali di colore verdastro o giallo-verdastro e riuniti in ricche pannocchie terminali.
Il frutto è una capsula ovoide.

Habitat: Zona montana. 800-2100 m. E’ pianta comune in tutto l’arco alpino.Giugno agosto

 

Fiori
.- Foglie- -Radice
 

Parti velenose della pianta Tutta la pianta; rizoma e radice in particolare (anche secca). Il rizoma è particolarmente velenoso e può essere confuso con la genziana lutea che però è un grosso fittone e la pianta ha le foglie opposte.

Sostanze contenute Alcaloidi (jervina, protoveratrina), lipidi, resina.

Proprietà farmaceutiche Possiede un'energica azione emeto-catartica, ipotensiva, analgesica, antifebbrile, sternutatoria, scialagoga, vescicatoria, antielmintica, espettorante, ipnotica.

Nota Fiorisce per la prima volta dopo dieci anni di vegetazione sotterranea, cresce generalmente negli stessi luoghi della Genziana lutea, con la quale può essere facilmente confuso (ripetiamo) nel periodo di non fioritura a causa della somiglianza delle foglie.

 

Dal libro "Piante velenose" di Appendino- Luciano - Colombo - Gatti. ed. ArabaFenice - Boves

Se pensate che i ciclopi siano un'invenzione letteraria, sbagliate. Un veratro della California (Veratrum californicum) se consumato da animali gravidi in un preciso periodo della gestazione (ad esempio, il quattordicesimo giorno, nella pecora), porta alla nascita di animali "ciclopici", con un unico occhio al centro della testa. Internet offre una galleria agghiacciante di foto di agnellini e vitellini deformati dalla dieta della madre. Il composto teratogeno del veratro americano è un alcaloide chiamato ciclopamina, attualmente allo studio per il trattamento di alcune forme di tumore (mielomi) e della psoriasi. La ciclopamina ha una velenosità particolare, che riguarda esclusivamente il feto, e solo in un periodo ben preciso del suo sviluppo, con una tossicità trascurabile per adulti e bambini. I veratri delle nostre Alpi non contengono ciclopamina, ma un composto ben più tossico, la veratridina. Questo alcaloide è in grado di bloccare la trasmissione degli impulsi nervosi, impedendo la respirazione e provocando una caduta drammatica della pressione arteriosa ed un rallentamento marcato del battito cardiaco. La veratridina apre e tiene ostinatamente aperto il canale del sodio, la porta di accesso per questo ione all'interno di una cellula, e questo evento porta, in ultima analisi, all'impossibilità di trasmettere informazioni fra un neurone e l'altro. In caso di avvelenamento, la morte avviene generalmente per asfissia. Non sorprende che il veratro sia stato usato come veleno, ma è curioso invece il suo impiego nelle polveri starnutatorie, un uso legato alla sua azione irritante sulle mucose delle vie aeree. A seguito di alcuni casi di avvelenamento, il veratro è stato tuttavia sostituito in questo tipo di prodotti da ingredienti meno velenosi. In passato, il veratro è stato anche usato in medicina per il trattamento dell'ipertensione, ma questo impiego è stato reso obsoleto dallo sviluppo dei moderni farmaci anti-ipertensive, che sono molto meno tossici e più facili da somministrare.
La causa principale di avvelenamento da veratro è da sempre la confusione delle sue radici, che sono particolarmente ricche di alcaloidi ed amare, con quelle della genziana. Le due piante presentano qualche somiglianza approssimativa a livello delle foglie, e, in assenza dello scapo florale, i botanici sprovveduti possono confonderle, con il risultato di ottener liquori di genziana molto velenosi. La concentrazione di alcaloidi dipende dal grado di sviluppo della pianta, ed è particolarmente alta nelle piante in crescita attiva, come nel periodo primaverile. Tutte le parti della pianta, fiori inclusi, sono tuttavia da considerare come molto velenose.