Pyrus pyraster Burgds.
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Famiglia Rosaceae

Nome volgare Pero selvatico o perastro

 



Fiori - Foglie -Frutti

 
 
Caratteristiche E' un albero che cresce fino a 15 metri. I rami sono spinosi. Le foglie sono caduche, alterne, semplici. Verde-scure e lucenti di sopra; di sotto più chiare. Consistenza coriacea. Stipole caduche e strette. Pelose da giovani e glabre a maturità. Più o meno ovali o tondeggianti con base ristretta, cordata o rotonda ed apice appuntito. Margine dentellato. Lunghe 3-6 cm e larghe 2-5 cm. Picciuolo lungo 2-5 cm. I fiori, comparenti prima delle foglie, sono ermafroditi e riuniti in infiorescenze a corimbi con 3-7 fiori e più. Peduncolo fiorale tomentoso e di 3-4 cm. Calice peloso con 5 sepali. Corolla con 5 petali ovali, bianchi, talora rosati all'esterno, ad apice rotondato. Stami 20-30 con filamenti biancastri e antere rosse. Ovario a 5 logge e 5 stili pelosi alla base e lungo quanto gli stami. Stili liberi, non saldati alla base come nel genere Malus. I frutti sono piccoli pomi di 2-4 cm. A maturità gialli, bruni o neri. Presentano resti del calice. Peduncolo più lungo del frutto. Con granelli legnosi nella polpa. Astringenti, comunque commestibili a maturità.sub-sferici di 5 cm di diametro, lungamente peduncolati. Eduli , ma duri e aspri..

Sinonimi Pyrus communis var. achras (Gaertner) Wallr.

Habitat Fiorisce da aprile a giugno mentre contemporaneamente emette anche le foglie. Matura a fine estate, inizio autunno. (Presente in tutta Italia).

Luogo di ritrovamento Niella

Diffusione Non molto comune

Uso farmaceutico Nessuno conosciuto.

Uso in cucina Commestibile a maturità. Subito duro e aspro, acquista poi un sapore piuttosto gradevole, diventando abbastanza morbida e succosa la pasta.

Nota Secondo alcuni autori Pyrus pyraster e Pyrus amygdaliformis sarebbero due varietà botaniche di Pyrus communis; secondo altri autori neanche il Pero selvatico sarebbe indigeno.
La variabilità di alcune caratteristiche del Perastro è notevole. In particolare varia la forma e la pelosità delle foglie; notevole è anche la variabilità delle dimensioni e del colore dei frutti che va dal giallo, al nero, al marrone.
Il Pero selvatico compariva già tra le vivande dei nostri progenitori, infatti resti di semi sono stati ritrovati negli insediamenti palafitticoli. Per i Romani questi frutti erano troppo duri e ottennero con selezioni una quarantina di varietà più grandi e polpose.. www.garganoverde.it.

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Cognà

2000 gr. uva Nebiolo, 500 gr. mele , 500 gr fichi,
500 gr. pere , 10 gr. cannella, 15 chiodi di garofano,
300 gr. gherigli di noci e nocciole tostate.
Prendere due chilogrammi di uva (possibilmente Nebiolo), pigiarli e farli passare al setaccio per liberare il mosto dai vinaccioli, dai graspi e dalle bucce.. Mettere il mosto al fuoco e portarlo ad ebollizione, facendolo consumare a giusta concentrazione.
Aggiungere mezzo chilogrammo di mele mondate e tagliate a spicchi, mezzo chilogrammo di fichi non troppo maturi e mezzo chilogrammo di pere sbucciate, ma lasciate intere, 10 grammi di cannella a pezzi e quindici chiodi di garofano. Continuare a far bollire fino a che la frutta sarà cotta e l'insieme avrà consistenza sciropposa.
Prima di togliere dal fuoco aggiungere 300 g di gherigli di noci e nocciole tostate.