Phytolacca americana L.
Phytolacca decadra
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Famiglia: Fitolaccacee

Nome volgare: Uva turca

 

 
Fiore1 - Fiore2- Fiore3 - Foglie1 - Foglie2 - Frutto1 - Frutto2 - Semi-
Particolare

Caratteristiche Pianta erbacea, alta fino a 3 m, con radice verticale ingrossata e fusto eretto,spesso arrossato, glabro.
Foglie alterne, lamina lanceolata, intere; la pagina superiore è di un verde brillante, mentre quella inferiore è verde opaca con nervature prominenti.
I fiori crescono in densi racemi eretti, lunghi fino a 15 cm opposti alle foglie.
I frutti col diametro di un cm, sono simili a bacche, esteriormente rigati sono di colore rosso porpora scuro tendente al nero ed hanno la forma di una zucca marcata da 10 coste corrispondenti ai ai 10 semi contenuti nel suo interno. Sono riuniti in grappoli persistenti e diventano penduli a maturazione per un graduale incurvamento dei peduncoli verso il basso

Habitat: Orti, incolti

Proprietà farmaceutiche: Emetiche, narcotiche, coloranti.

Uso in cucina: Veniva usata per colorare il vino dopo adeguato trattamento. Le foglie sono alle volte usate come alimento.
Si consiglia di limitare l'uso in cucina della pianta e dal punto di vista farmaceutico usarre solo sotto controllo medico.

Nota: Usata con una certa frequenza pare abbia provocato un calo nei globuli rossi del sangue.
------- La fitolacca contiene delle saponine emolitiche, in grado di provocare la lisi dei globuli rossi, e proprio per questo è classificata come pianta velenosa. In genere l'assorbimento non è molto grande.
Ancora:
1. le giovani foglie della fitolacca sono eduli, anche se il consumo non è scevro da potenziale tossicità. E' però molto importante fare bollire le giovani foglie in acqua e buttare via l'acqua di bollitura. Sarebbe opportuno ripetere questo due volte prima di consumare la pianta.

2. La pianta contiene delle saponine ma, soprattutto, una proteina (lectina) simile, ma ovviamente meno tossica, alla ricina del ricino, e che induce la proliferazione dei linfociti T, il cui aumento è un sintomo diagnostico dell'intossicazione.

Non sono state trovate notizie riguardo all'anemia. I disturbi ematici tipici sono, in base alla letteratura, non una diminuzione del conteggio dei globuli rossi, ma un aumento dei globuli bianchi, ed in particolare dei linfociti T.


Dal libro "Erbe di città" vol I - di Giovammi Appendino - Riccardo Luciano - Renzo Salvo - ed ArabaFenice.

La fitolacca, anche nota come uva turca, è una pianta di origine nordamericana. Introdotta in Europa all'inizio del Seicento come pianta ornamentale, è poi sfuggita rapidamente alla coltivazione, diffondendosi allo stato spontaneo un po'dappertutto. Non è quindi un anacronismo il fatto che il Manzoni, molto attento ai dettagli filologici e botanici, la citi come lussureggiante nella vigna abbandonata di Renzo nel capitolo XXXIII dei Promessi Sposi (...Tra questa marmaglia di piante ce n'era alcune di piú rilevate e vistose, non però migliori, almeno la piú parte: l'uva turca, piú alta di tutte, co' suoi rami allargati, rosseggianti, co' suoi pomposi foglioni verdecupi, alcuni già orlati di porpora, co' suoi grappoli ripiegati, guarniti di bacche paonazze al basso, piú su di porporine, poi di verdi, e in cima di fiorellini biancastri). La rapidità di diffusione della pianta, anche a lunga distanza, è legata al fatto che la dispersione dei semi è aviaria, mediata cioè dagli uccelli, che sono attratti dal bel colore porporino dei frutti, di cui sono ghiotti. Gli uccelli trangugiano, per così dire, quello che mangiano, senza masticarlo. Per questa ragione, non sono sensibili alle tossine della pianta, che vengono liberate solo dalla rottura meccanica dei semi, che attraversano intatti il canale alimentare degli uccelli e vengono espulsi con le feci.
La fitolacca è una pianta molto interessante, che può essere una ghiottoneria culinaria per il raccoglitore accorto, un veleno potente per chi non la conosce, od un vero e proprio laboratorio farmaceutico per il ricercatore. I giovani germogli della pianta sono una delizia gastronomica, immortalata nella canzone Poke (Polk) Salad Annie del cantante americano Tony Joe White, una delle canzoni più popolari degli anni sessanta, resa famosa da Elvis Presley e incisa anche da Tom Jones (poke è il nome americano della pianta, derivato dal termine che gli indiani Cherokees usavano per indicare il colore). I giovani getti della pianta si cucinano più o meno come gli asparagi, ma bisogna prestare molta attenzione nella loro raccolta e cottura. I getti vanno raccolti in primavera, quando sono ancora corti (meno di 30 cm), e con le giovani foglie ancora arrotolate in cima, e prive di venature rossastre. La raccolta fa fatta avendo cura di non prendere anche delle parti di radici, che sono velenose, ed è quindi importante tagliare i getti e non sradicarli. Una volta raccolti, i getti sono bolliti due volte in acqua, avendo cura di scolarli bene e buttare via l'acqua della prima cottura, eliminando così le tossine della pianta, che sono solubili in acqua. A questo punto possono essere consumati, conditi anche solo con un pizzico di olio d'oliva per apprezzarne il sapore particolarmente gustoso, o utilizzati per fare frittate. Negli USA è possibile acquistare i getti lessati in scatola, da noi, se proprio uno vuole gustarli, deve fare da solo. Le associazioni mediche degli USA cercano di disincentivare il consumo della fitolacca, anche bollita tre volte, in quanto vengono registrati ogni anno casi di avvelenamento più o meno grave.
Getti primaverili a parte, tutta la pianta è velenosa, contenendo un cocktail di composti dannosi per la salute. Ci sono alte concentrazioni di saponine (fitolaccosidi), irritanti per lo stomaco ed il canale alimentare. Questi composti provocano vomito e diarrea violente, che insorgono con un certo ritardo (circa 2 ore) dopo l'ingestione. I casi di avvelenamento riguardano tutti raccoglitori inesperti, che avevano disatteso le indicazioni per la raccolta e la preparazione dei getti, o bambini attratti dal bel colore blu dei frutti, che somiglia un po' a quello dei mirtilli. La risposta vagale alle saponine è tale da tradursi addirittura in un blocco cardiaco. Vomito e diarrea servono ad impedire l'assorbimento di composti molto velenosi, una serie di proteine che inattivano i ribosomi, la catena di montaggio delle proteine, o che si legano agli zuccheri presenti nel decoro delle proteine (lectine). La fitolacca contiene anche un'interessante proteina anti-virale, che è stata studiata per bloccare a livello vaginale il contagio dal virus dell'HIV.
I frutti sono vistosamente colorati e contengono dei grossi semi nerastri e molto velenosi. Il colore del succo è simile a quello dell'uva nera, ed è stato usato per "rinforzare" il colore di vini troppo pallidi, un uso pericolo per la possibile contaminazione dalle saponine o dalle proteine tossiche della pianta. Gli indiani d'America usavano il succo come colorante per vestiti, piume e frecce. Il succo della pianta è anche stato usato come inchiostro, e molte lettere della guerra civile americana sono state scritte usando questo inchiostro vegetale, che è ancora leggibile oggi. I composti colorati della fitolacca non hanno nulla a spartire con quelli del mirtillo e dei frutti di bosco, dato che sono betacianine e non antocianine, derivati indolici e non flavonoidi. Il colorante della fitolacca è quindi un parente di quello della barbabietola e non di quello del mirtillo. La radice della fitolacca è stata anche usata in medicina come emetico e per il trattamento dell'artrite, usi tutti e due obsoleti e pericolosi per la velenosità della pianta.
Un ultimo punto. Se vediamo la fitolacca la dobbiamo distruggere per il pericolo di avvelenamento o lasciar crescere, godendone gli aspetti ornamentali? Se la pianta cresce vicino a giardini pubblici frequentati da bambini, è senz'altro meglio estirparla, negli altri casi, la si può invece lasciar stare. Da evitare in ogni caso, a meno di infestazione massiva, il diserbo chimico con i derivati del 2D, cui la pianta è particolarmente sensibile, ma che possono poi inquinare il terreno.