Pastinaca sativa L.
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- Fiori - Frutto - Fusto - Radice

Famiglia: Ombrellifere

Nome volgare: Pastinaca comune

Caratteristiche: Pianta erbacea biennale o perenne con base del fusto cosparsa di resti fibrosi. Radice a fittone con polpa biancastra aromatica. Fusto eretto alto fino a 120 cm profondamente striato. Foglie basali con lamina imparipennata e segmenti ovato rombici dentati; foglie cauline ridotte.Ombrella con 5 - 20 raggi diseguali. Brattee e bratteole assenti. Fiori ermafroditi e maschili; petali gialli revoluti. Frutto ellettico con larga ala.
Abbiamo 3 subspecie:
Pastinaca sativa subsp. sativa sopra descritta.
Pastinaca sativa subsp. sylvestris con densa pelosità, foglie grigio pubescenti e fusto molto striato.
Pastinaca sativa subsp. urens con fusto quasi liscio, ombrella terminale con 5-7 raggi quasi uguali. (Pare non presente in provincia di Cuneo) Contiene una maggior concentrazione di furanocumarine ,
che con la luce possono provocare dolorose scottature.

Habitat Lungo i fossi e i fiumi, pascoli. Hlm 0-1500 m. Fiorisce luglio agosto

Luogo e tempo di ritrovamento Ovunque - Luglio

Diffusione Molto comune

Proprietà farmaceutiche Diuretiche, febbrifughe (Droga usata: radici e semi)

Uso in cucina La Pastinaca è soprattutto nota per le proprietà alimentari delle sue radici che, gradevoli al palato, hanno inoltre un valore dietetico abbastanza simile a quello della patata per il loro contenuto in zuccheri e amidi.
La radice della Pastinaca viene impiegata, specialmente nell'Europa del nord, in molte preparazioni alimentari e anche in bevande fermentate (tipo birra).
Alla radice vengono attribuite proprietà digestive e diuretiche; la tradizione popolare ritiene la Pastinaca un cibo utile alle persone deboli, anziane o convalescenti.
Anche la parte aerea della pianta e specialmente le foglie hanno un impiego alimentare specialmente nelle insalate, ma sono prese in considerazione soprattutto perché reputate diuretiche e colagoghe.
Pastinaca sativa subsp. urens può provocare dermatiti da contatto e può essere responsabile, in soggetti particolarmente sensibili, di ustioni: non va assolutamente usata in cucina.

 

 

Nota Aspetti tossicologici delle piante cosiddette "fotosensibilizzanti" (proprio perché contengono cumarine e furanocumarine) : tali piante sono in grado di provocare dermatiti da contatto, talvolta di una certa gravità e paragonabili ad ustioni sulla pelle. Il contatto con la pelle può essere anche di breve entità, un semplice sfregamento, sufficiente tuttavia per produrre vescicole e bolle. I principi attivi responsabili dell'azione indesiderata sono cumarine, quali bergaptene, psoralene, xantoxina ed altre in misura minore, presenti in modo ubiquitario nelle specie Heracleum sphondylim e Pastinaca sativa.
Queste piante (in particolare della famiglia delle Apiaceae e Rutaceae) contengono dei composti chimici capaci di captare le onde luminose elettromagnetiche UV. Questi composti chiamati appunto furanocumarine servono da difesa per la pianta stessa contro funghi. Se entrano in contatto con insetti o mammiferi modificano, sotto l'influsso luminoso, la loro struttura molecolare provocando la liberazione di radicali liberi che attaccano il DNA delle cellule della pelle e ne impediscono la loro normale funzione. Dopo 7-10 ore appaiono degli eritemi, anche molto gravi.
Le furanocumarine sono state utilizzate nei decenni scorsi per curare alcune malattie della pelle come il vitiligo e la psoriasi, tuttavia si sono notati degli aumenti importanti di tumori maligni della pelle nei soggetti sottoposti a questi tipi di cure, che sono ancora attualmente in fase di studio.