Fritillaria tubiformis G.et G.
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Famiglia: Liliacee

Nome volgare: Meleacride di Moggridgei

Sinonimi Fritillaria tubaeformis Gren. & Godr. var. moggridgei Boiss. & Reuter.

Caratteristiche Specie erbacea, bulbosa, alta fino a 40 cm, con bulbo piriforme di diametro massimo 20 mm, biancastro e privo di tuniche, scapi fiorali cilindrici, di colore verde-glauco scuro, con piccolissime macchie chiare tondeggianti.
Foglie glaucescenti, tutte caulinari e concentrate nella sola metà superiore dello scapo, larghe 15-25 mm, con lamina lineare-scanalata, lunga fino a 10 cm.
Fiore unico, nutante, portato da un peduncolo incurvato posto all'apice dello scapo e lungo 15-40 mm, tepali strettamente ellittici (10-15x40-50 mm), di colore giallo-dorato con reticolatura bruno-rossiccia e chiazze di colore più chiaro, stilo trifido recante 3 stimmi (2 mm), antere gialle (giallo-bruno ad antesi avanzata); frutto a capsula loculicida (3 logge) di forma più o meno clavata, lunga circa 25 mm.

Antesi Maggio - Luglio

Distribuzione Endemica delle Alpi occidentali, è presente in Italia in Liguria e Piemonte, dal Monte Galero (Provincia di Savona) alla Valle Stura di Demonte (Provincia di Cuneo). E' specie da rara a molto rara in tutto il suo areale di distribuzione, solo localmente può risultare frequente.

Habitat Pascoli e prati nel piano montano, subalpino e alpino, in genere su substrati neutri o a debole reazione basica da 800 a 2500 metri di altitudine; specie leggermente nitrofila sopravvive senza problemi anche nelle aree soggette a forte pascolamento.

Note In Italia è presente anche la sottospecie nominale Fritillaria tubiformis Gren. & Godr. subsp. tubiformis che è pianta relativamente gracile e di statura modesta (15-30 cm), ha perigonio di colore violaceo scuro con tepali lunghi in genere 30-35 mm e foglie larghe 10-15 mm ed è presente in Italia in Piemonte e in Lombardia.
Le specie del genere Fritillaria contengono alcaloidi (fritillarina, imperialina, ecc.) usati in farmacologia per i loro effetti cardioattivi, tuttavia l'elevata tossicità rende queste piante assolutamente inutilizzabili nell'erboristeria tradizionale.

 
Foto Longo