Capparis spinosa L.
Torna alla pagina
principale
 
Famiglia Capparidacee

Nome volgare Cappero

 


Fiore1 - Fiore2 - Frutto - Semi--
 
 
Port
Caratteristiche E' un piccolo arbusto sempreverde originario del bacino mediterraneo e dell’Asia centro-meridionale. Può raggiungere il metro di altezza.
Le foglie sono alterne e picciolate, a lamina subrotonda e a margine intero, glabre o finemente pelose, di consistenza carnosa. Il nome dato alla specie è dovuto alla presenza, alla base del picciolo, di due stipole trasformate in spine. Nella varietà inermis, la più comune, le stipole sono erbacee e cadono precocemente.
I fiori sono solitari, ascellari, lungamente peduncolati, vistosi. Calice e corolla sono tetrameri, composti rispettivamente da 4 sepali verdi e 4 petali bianchi. L'androceo è composto da numerosi stami rosso-violacei, provvisti di filamenti molto lunghi. L'ovario è supero, con stimma sessile.
Il frutto è una capsula oblunga e verde, a forma di fuso, portata da un peduncolo di 2-3 cm, fusiforme e carnosa, con polpa di colore rosaceo. Contiene numerosi semi reniformi, neri o giallastri, di 1-2 mm di dimensioni. A maturità si apre con una fessura longitudinale. Comunemente i frutti sono chiamati cucunci o cocunci.


Habitat Generalmente si sviluppa come coprisuolo o appeso a muri a secco o lungo le spaccature della roccia. Ha aspetto disordinato, molto ramificato e denso. Fiorisce giugno luglio

Luogo di ritrovamento Riviera ligure, Castiglione Falletto (mura del castello)

Diffusione Molto comune

Uso farmaceutico Il cappero è una pianta dalle proprietà aromatiche e medicinali. In erboristeria è utilizzata la corteccia della radice. I principi attivi hanno proprietà diuretiche.
Recentemente si è appurata, per gli estratti secchi da frutto di Capparis un'attività antiossidante cutanea, antiflogistica.

Uso in cucina Le proprietà aromatiche sono contenute nei boccioli del fiore, comunemente chiamati capperi. Utilizzati in gastronomia da millenni, si raccolgono ancora chiusi e si conservano in macerazione sotto sale o sotto aceto. I capperi sono solitamente usati per aromatizzare le pietanze e si sposano bene con una grande varietà di cibi: dalla carne, al pesce, alla pasta.
Il frutto, di sapore simile ma più delicato del cappero, é detto cucuncio o capperone e si trova in commercio sotto sale, sott'olio o sotto aceto. È usato tradizionalmente per condire piatti di pesce o consumarli al pari di una qualsiasi verdura, di solito in insalata.

 

Dal libro "Erbe di città" vol I - di Giovammi Appendino - Riccardo Luciano - Renzo Salvo - ed ArabaFenice.

Definire il cappero un'infestante non dà ragione della bellezza dei fiori di questa pianta, ma, tecnicamente, il cappero si comporta da tale, tappezzando sovente i muri con la sua meravigliosa fioritura biano-rosa. La raccolta dei capperi era un'attività consolidata nell'antichità, e la cortigiana Frine (oggi la chiameremmo escort) è stata senza dubbio la più celebre capperaia della storia, professione che poi abbandonò per un'attività più remunerativa, come riportato nelle numerose testimonianze che sono giunte sul suo processo, uno dei più famosi scandali dell'antichità. Il cappero è una specie rupicola, che vive abbarbicata ai muri calcarei, e disperde i suoi semi ad opera di una specie animale anche lei rupicola, la lucertola. Questi animali sono attirati dal liquido dolciastro che avvolge i semi, e nel nutrirsene se li attaccano addosso, portandoli poi in giro nel loro vagare sui muretti. Se proprio non ci sono lucertole nei paraggi, allora la pianta ci pensa da sola a disperdere i suoi semi, facendo esplodere i frutti e proiettando così via i minuscoli semi che contiene. Questo metodo misto di dispersione dei semi è molto efficiente, e la proliferazione dei capperi sulle mura antiche è un problema per chi si deve preoccupare della loro conservazione, dato che la crescita del cappero danneggia le strutture murarie.
I boccioli florali del cappero sono uno dei condimenti più antichi della storia, e sono stati ritrovati in reperti archeologici risalenti a 4.000 anni fa. Non sono tuttavia la sola parte della pianta che può essere mangiata, in quanto anche i frutti immaturi ed i germogli sono consumati allo stesso modo, in salamoia o sottaceto. Il cappero cresce in posti impensabili, ed è straordinariamente resistente allo stress idrico e solare. Le sue radici ospitano dei batteri fissatori dell'azoto, e più che il secco, vento o gelo, la pianta teme l'umidità, che provoca la formazione di bolle sulla superficie delle sue foglie. La sua coltivazione del cappero è relativamente recente, almeno in larga scala e oggi fornisce la maggior parte dei capperi del commercio.
Il cappero è anche una pianta medicinale, ma la fitoterapia usa la radice più che i boccioli. Le indicazioni sono abbastanza vaghe, ma si concentrano sulle affezioni reumatiche e gastriche, e sul diabete. I semi contengono composti pungenti correlati a quelli delle crucifere (senape, broccoli), ed i boccioli sono molto ricchi di flavonoidi, in particolare di rutina, che talvolta forma una specie di sabbiolina bianca sulla superficie dei boccioli. In termini di quercetina, il flavonoide della rutina, il cappero è la pianta edule che ne contiene la più alta concentrazione. L'azione più interessante del cappero è, indubbiamente, quella sulla glicemia. Negli animali da esperimento estratti di cappero sono infatti in grado di moderare il picco glicemico associato ad un pasto ricco di carboidrati, senza alterare il tasso di glucosio a digiuno. Il cappero non è quindi solo bello da vedere e saporito da consumare, ma anche, potenzialmente, benefico per la salute.

Insalata con cucunci

Tagliare a dadini quattro pomodori non troppo maturi. Togliere accuratamente la parte liquida e i semi.
Tagliare a fettine due manciate di “cucunci” (frutto del cappero) avendoli prima lavati e privati dei piccioli
Mischiare il tutto; aggiungere un po’ di olio di oliva extravergine e salare quanto basta.