IPPOCASTANO
castagna d'india
 
 
Aesculus hippocastanum L.
 
 
Caratteristiche morfologiche:
* Specie dell'Europa orientale e Caucaso
* Albero caducifoglio alto 15 - 20 m.
* Tronco diritto con chioma piramidale ovoidale con grosse branche ascendenti.
* Corteccia bruna che col tempo diventa scagliosa e grigio nerastra.
* Gemme rosse, brune, luccicanti, appiccicose.
* Foglie grandi, opposte, peduncolate, con 5 - 7 foglioline dentate.
* Fiori ermafroditi infiorescenze di 15 - 30 cm di colore bianco rosato.
* Frutti: marrone di colore lucido in numero di 1 - 2 avviluppati in un riccio spinoso verde.

Portamento
 

Foglie

Fiori

Frutti
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Caratteristiche biologiche ed ecologiche:
* Longevità: da 150 a 200 anni.
* Fioritura: da aprile a maggio.
* Impollinazione entamofila.
* Specie sciafila o di mezzombra.
* Esige suoli a ph da neutro a basico.


Corteccia
 
  
Ipposactano - Alcuni funghi tipici del sottobosco:
Limacella glioderma
 
 

 

Sfruttamento del legno, usi e proprietà delia pianta.
Utilizzato specialmente per le alberature stradali e di vialii
Lippocastano contiene tannino, argirescina ecc. Si usa
nreferibilniente fresco contro ceni disnihi delle vene


Fibra
 
 Proprietà farmaceutiche: Astringenti, vasoprotettrici, antiemorroidali. (Droga usata: corteccia dei rami e semi).  
     
  

Dal libro "Piante velenose" di Appendino- Luciano - Colombo - Gatti. ed. ArabaFenice - Boves

Il termine ippocastano (letteralmente castagna dei cavalli) non fa riferimento ad un possibile consumo di questa pianta da parte dei cavalli, per i quali la pianta è velenosa se assunta in grande quantità, ma quanto piuttosto all'uso di lavare i cavalli con una soluzione saponosa preparata dai frutti dell'albero, che sono ricchi di saponine, o di trattare la tosse di questi animali con i frutti dell'albero. L'ippocastano è originario dell'Asia minore e della penisola balcanica, ma è stato coltivato in Italia già dal 1600. Si tratta di uno degli alberi più comuni nell'ambiente urbano. I frutti hanno una certa somiglianza con quelli del castagno, ma non sono eduli. I cotiledoni sono ricchi di escina, una miscela complessa di una cinquantina di saponine, e vengono usati dall'industria farmaceutica e cosmetica per l'estrazione di questo composto, utile per il trattamento di edemi e per migliorare la circolazione capillare. Il tegumento dei cotiledoni è invece ricco di procianidine, anche loro utilizzate dall'industria cosmetica. Il sapore astringente delle procianidine e quello amaro dell'escina non invogliano il consumo delle castagne dell'ippocastano, e, inoltre, l'escina è poco assorbita nell'uomo per ingestione orale. L'assorbimento è probabilmente migliore negli erbivori, in quanto sono riportati casi di avvelenamento letale in cavalli e mucche.