Fusaggine
 
 
Euonymus europaeus L.
 
 
Caratteristiche morfologiche:
* Arbusto o alberello caducifoglio alto fino a 6 m.
* Corteccia verde e liscia.
* Rami penduti, dapprima verdi quindi bruni, quadrangolari.
* Foglie glabre, lunghe fino a 10 cm, margine finemente dentato,
* Fiori generalmente con 4 petali in infiorescenze laterali di colore bianco verdastri.
* Frutti: capsule di color rosa intenso dalla forma caratteristica e racchiudono semi avvolti da un arillodio rosso arancione.

Portamento
 
   

Foglie

Fiori

Frutti
 
 

Caratteristiche biologiche ed ecologiche:

* Longevità: poco longevo.
* Fioritura: maggio - giugno.
* Impollinazione e disseminazione ad opera del vento.
* Specie elioflia.
* Vive su terreni secchi, pietrosi.

Corteccia
 
   
   
 

 

Sfruttamento del legno, usi e proprietà della pianta.
Il legno, spesso e duro, di colore giallo, è utilizzato per molteplici impieghi, lavori al tornio, manici di utensili, cannelli per pipe, sculture: inoltre, particolare curioso, questo legno è il più usato per la produzione di stuzzicadenti. In passata serviva anche per la fabbricazione di fusi per filare e per la preparazione del carboncino dei pittori.


Fibra
 
  Parte velenosa: frutti e corteccia    
         
   

Dal libro "Piante velenose" di Appendino- Luciano - Colombo - Gatti. ed. ArabaFenice - Boves

I frutti dell'evonimo ( o fusaggine) sono vistosi e colorati, e hanno reso la pianta popolare anche dal punto di vista ornamentale. La loro ingestione può, tuttavia, essere letale, come documentato in un bambino che aveva mangiato 30 frutti di questa pianta. I semi della pianta contengono due classi di composti tossici, dei glicosidi cardiaci ad azione digitalica e degli alcaloidi sesquiterpenici (evonina) non ancora ben caratterizzati dal punto di vista dell'attività biologica. Le foglie della pianta hanno proprietà insetticida, e sono state usate in passato contro le infestazioni da pidocchi, un uso attualmente obsoleto, anche in relazione alla generale velenosità della pianta. La pianta era nota nell'antichità per la sua velenosità per le capre, caso abbastanza curioso perché questi animali possono cibarsi impunemente di numerose piante velenose, incluso il tasso.