8 LUGLIO 2001
 
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Quarta passeggiata naturalistica (passo Fauniera)
 
E' l'otto di Luglio, la stagione delle fioriture è già abbastanza avanzata, ma ad alta quota è ancora nel suo tempo pieno, infatti molte interessanti piante mancano ancora all'appello. Con Mafalda, Giovanni e Franco decidiamo di andare a percorrere il "sentiero naturalistico" segnalato poco oltre il colle Fauniera. Si tratta di un sentiero facile facile, quasi tutto in piano, a quota 2300 Mt., molto panoramico, ma il bello non sta nella visione delle valli e delle cime, bensì nella ricerca ed osservazione delle specie botaniche che vegetano tutt' intorno. Anche questa volta ci imbattiamo in una corsa ciclistica, si tratta di "dilettanti" ed "amatori" nel vero senso della parola. Pensate che, partendo da Cuneo, il primo corridore è passato sul colle Fauniera alle 12 mentre alle 17 la coda della corsa era ancota a 5 km dalla cima e molti procedevano spingendo, scalzi, la bicicletta.
 
 

Ranuncolus pyrenaeus

Silene acaulis

Petrocallis pyrenaica
 
 
Tornando però alla nostra gita botanica, appena lasciata l'auto, vicino all'ultima neve che si sta sciogliendo, incontriamo il Ranuncolo dei Pirenei ("Ranunculus pyrenaeus & pkrntagineus"') dai candidi fiori con aurea macchia di stami al centro. Una buona fotografia nella speranza di saper riprodurre almeno in parte la realtà e passiamo oltre. La zona si fa più arida, tutt'intorno rocce e detriti, ideale per incontri interessanti e infatti tra i cuscinetti di un rosa intenso di "Silene ocaulis", qua e là, ecco i ciuffi pallidi della "Petrocallis pyrenaica" e dell' "Androsace carnea" bellissime, ma bisogna conoscerle ed osservarle da vicino!
 
 

Andosace carnea

Papaver rhaeticum

Berardia subacaulis

 
 
Continuiamo e subito vediamo delle gialle corolle che si piegano al minimo soffio di vento: si tratta del Papavero giallo ("Papaver rhaeticum") dalle foglie cenerine.
Siamo già contenti di questi incontri, ma ecco una rosetta di foglie grandi, carnose, feltrate, dello stesso colore delle pietre che le circondano, e con in mezzo un grosso capolino giallo senza gambo, … ma certo, è proprio lei, è la "Berardia subacaulis" uno dei tre generi endemici delle Alpi, considerata un fossile vivente, il cui areale italiano va dalla zona di Ormea a Bardonecchia. Non l'avevo ancora mai incontrata, anche se pianta non particolarmente bella e appariscente, da sola merita la gita.
 
 

Doronicum grandiflorum

Dianthus alpinus

Salix reticulata

 
 
Dopo adeguata sosta riprendiamo il nostro cammino e proprio sul sentiero incontriamo i fiori dorati del "Doronicum grandiflorum" il "Dianthus alpinus" il "Salix reticulata" il "Phyteuma scheuchzeri" e poi stelle alpine di varie grandezze, nigritelle profumate, rododendri e la carnivora "Pinguicola vulgaris".
 
 

Phyteuma scheuchzeri

Pinguicola vulgaris

Campanula allionii
 
 
Le saxifraghe e i semprevivi non si contano, ma non può passare inosservata la "Campanula Allionii" che, fiorita, sembra un nano dal corpo piccolo e dalla testa grossa.
Giunti in fondo al sentiero sbuchiamo in un'ampia prateria che domina tutta la valle e scende a Demonte; uno spettacolo incommensurabile anche per noi più abituati a guardare più per terra che non la cima dei monti. Pur distratti da tanta bellezza non possiamo però non vedere l'altrettanto bello Riccio di dama "Lilium martagon" che ci fa riacquistare la nostra concentrazione.
 
 

Lilium martagon

Eryngium alpinum

Stachis densiflora
 
 
Qui ci fermiamo, mangiamo qualcosa e poi riprendiamo il sentiero a ritroso pensando che veramente quello è un "sentiero naturalistico". Ripassiamo velocemente davanti a tutte le nostre belle piante perché abbiamo ancora un appuntamento importante presso la casa alpina, un appuntamento con la Regina delle Alpi ("Eryngium alpinum") e una regina non la si può fare attendere, o meglio la si deve incontrare con il favore della luce. Questa pianta che, per la sua bellezza, merita del tutto l'appellativo "regina" è stata posta proprio sotto l'altare in pietra della nostra chiesa all'aperto. Prima di partire però non possiamo proprio non fotografare un cesto di "Stachis densiflora" che fa bella mostra di sé accanto al sentiero che ci riporta all'auto.